sabato 29 giugno 2013

Introduzione

Nel mio percorso tematico, dal titolo “Il ricordo della vita, la memoria della morte”, mi sono proposta di analizzare il concetto di morte prestando particolare attenzione alle reazioni che esso suscita nell’individuo, al modo in cui si ricorda la persona o le persone defunte. Ho scelto questa impostazione poiché mi sento particolarmente sensibile sull’argomento e, secondo il mio parere, esso è anche particolarmente interessante in quanto nessun uomo riesce a farne esperienza diretta. E’ di conseguenza una tematica che mi affascina molto, proprio a causa della sua componente tragica e dell’alone di mistero da cui è avvolta. 

Ho esaminato, come nel caso di Edvard Munch e di Eugenio Montale, il concetto di morte in un ambito molto personale, come, appunto, la perdita dei familiari o quella della persona amata. Essi, sia con forme artistiche differenti, rispettivamente la pittura e la poesia, espressero il ricordo di coloro venuti a mancare, chi con inquietudine e turbamento, chi con dolcezza e malinconia. Analogamente agiva la fotografia durante l’epoca vittoriana. Si diffusero in questo periodo le foto post-mortem, grazie a cui i vivi riuscivano a conservare l’immagine del defunto e con essa il suo ricordo. Ho rivolto poi la mia attenzione ad un aspetto più generale, ovvero la morte collettiva, di cui abbiamo come massimo esempio il genocidio del popolo ebraico, che viene ricordato universalmente. A conclusione di tutto ciò ho trattato la visione assolutamente pessimistica del filosofo Schopenhauer che considerava la vita un processo dominato dal dolore, che non aveva altri fini se non quello di condurre alla morte.

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